Passato un po’ di tempo dalle prime multe per la differenziata, è giunto il momento di fare una considerazione. La prima cosa da dire è che non sorprende affatto il modus operandi adottato dall’amministrazione, ormai un marchio di fabbrica che non fa altro che evidenziare la presunzione di aver attivato un sistema infallibile, il famoso pugno di ferro senza però guanto di velluto. Nessuno mette in discussione il fatto che chi sbaglia debba pagare, ma prima bisognerebbe attivarsi nel limitare le occasioni di errore dei nostri cittadini. Specialmente perché rischiano di incappare in sanzioni da 300 euro, che mettono in seria difficoltà l’equilibrio delle economie casalinghe quando meno se lo aspettano. Ciò che ci ritroviamo è invece un sistema che è tutt’altro che “perfetto”, una sproporzione tra l’ammontare della sanzione e il rischio di incorrere nell’errore, ed un’amministrazione che crede di governare degli incivili. Dispiace che l’amministrazione abbia una così bassa considerazione dei propri cittadini. Per coerenza, confacendosi al pugno di ferro, avrebbe dovuto avere il coraggio di sanzionarli tempo fa, magari prima della campagna elettorale, quando voleva far partire questo sistema “perfetto” nel bel mezzo della stagione estiva. Con tutta sincerità mi sento di dire che a Porto Azzurro non esistono solo persone incivili, ma anche cittadini che commettono errori semplicemente perché poco informati.
Fare giornate di pulizia, progetti di educazione ambientale, incontri con associazioni di volontariato sono le politiche che il Comune di Porto Azzurro avrebbe dovuto mettere in atto già da tempo, stimolando la comunità alla corretta gestione del ciclo dei rifiuti o sulla limitazione e il riutilizzo della plastica. A dire la verità invece, sulla limitazione al consumo della plastica si sono impegnati, infatti l’acquisto dei sacchetti di plastica blu per gettarci la carta è stata una trovata invidiabile, specialmente se si considera l’operaio che successivamente dovrà riaprire il sacchetto, svuotarlo in un altro cassone e gettarlo via. Chapeau.
L’educazione trascende l’istruzione e raggiunge il cittadino al punto da modificarne i gesti, ecco perché, ancor prima di pensare a sanzionare era fondamentale programmare un’educazione ambientale. Diciamoci la verità, non si può di certo pensare che sia sufficiente pubblicare un video su Facebook e consegnare un opuscolo per fare formazione, specialmente in un paese dove fino a “qualche giorno fa” veniva gettato tutto nell’indifferenziato senza alcuna restrizione. Se si pensa di raggiungere il 65% sanzionando e scaricando la colpa sull’inciviltà del cittadino, allora la strada è totalmente sbagliata. Per migliorare determinati comportamenti ci vuole tempo, quello che l’indaffarata l’amministrazione non ha a disposizione per certe mozioni consiliari ma invece trova per visionare video e foto, vantandosi di sapere chi, quando e cosa butta ogni cittadino. Una sorta di Grande Fratello dei cassonetti.
Un’ultima cosa, l’infallibilità di questo sistema “perfetto” non può essere minimamente paragonata a quella dell’invio delle sanzioni: quello sì che funziona bene, dritto dritto a casa del destinatario… come fosse un porta a porta.
Andrea Solforetti
Consigliere Comunale, Gruppo Idea Comune
@andreasolforetti