La biblioteca che vorrei (di Andrea Solforetti)

Tut­te le vol­te che pas­so davan­ti alla biblio­te­ca di Por­to Azzur­ro e vedo quel­la por­ta chiu­sa ormai da tem­po, non pos­so fare a meno di pen­sa­re a quan­to tem­po, nel­l’a­do­le­scen­za, ho avu­to la for­tu­na di poter­ci tra­scor­re­re per pren­de­re un libro, stu­dia­re o fare le famo­se “ricer­che per casa”. Pri­ma al pia­no ter­ra del palaz­zo comu­na­le, poi in fon­do alla Pia­not­ta, dopo alle scuo­le, ora all’in­gres­so del pae­se. Sono mol­ti i posti che l’han­no ospi­ta­ta, pur­trop­po con un ora­rio di aper­tu­ra sem­pre più ridot­to con il pas­sa­re degli anni.

Nel­la mozio­ne pre­sen­ta­ta ed appro­va­ta qual­che mese fa, sul­la valo­riz­za­zio­ne e ria­per­tu­ra del­la biblio­te­ca comu­na­le, più del pren­de­re atto del­la pos­si­bi­le ria­per­tu­ra su base volon­ta­ria, era impor­tan­te sot­to­li­nea­re l’ap­proc­cio col qua­le andreb­be por­ta­to avan­ti un pro­get­to simi­le, ovve­ro attra­ver­so una pro­gram­ma­zio­ne ed una gestio­ne sta­bi­le, che per­met­ta di offri­re un ven­ta­glio più ampio di ser­vi­zi. E da qui par­te la mia rifles­sio­ne: se io dices­si che al gior­no d’og­gi il ser­vi­zio di Biblio­te­ca comu­na­le offre le stes­se oppor­tu­ni­tà che offri­va 30 anni fa sarei super­fi­cia­le e abba­stan­za fuo­ri stra­da. Le biblio­te­che di oggi sono e devo­no esse­re un pun­to di rife­ri­men­to non solo cul­tu­ra­le, ma anche socia­le e una con­di­zio­ne impre­scin­di­bi­le è quel­la di garan­ti­re l’a­per­tu­ra al pub­bli­co per tut­ta la set­ti­ma­na più ore al gior­no, indi­pen­den­te­men­te da quel­li che si pre­su­me pos­sa­no esse­re gli ingres­si. Nel nostro con­te­sto, inol­tre, dob­bia­mo anche con­si­de­ra­re che non è pre­sen­te una val­vo­la di sfo­go, per esem­pio una libre­ria che sia aper­ta tut­to l’anno.

La biblio­te­ca che vor­rei è un luo­go dove poter leg­ge­re il quo­ti­dia­no del gior­no, stu­dia­re per un esa­me uni­ver­si­ta­rio, pre­sen­ta­re un libro, orga­niz­za­re labo­ra­to­ri per bam­bi­ni e ragaz­zi o svol­ge­re varie atti­vi­tà con le scuo­le. Ma soprat­tut­to dovrà esse­re un cen­tro di ser­vi­zi rivol­to ai cit­ta­di­ni, dove pro­muo­ve­re e sup­por­ta­re l’ap­pren­di­men­to del­le com­pe­ten­ze digi­ta­li. Abbia­mo il dove­re di non esclu­de­re chi non rie­sce a sta­re al pas­so dei ser­vi­zi onli­ne e del­le iden­ti­tà digi­ta­li, e lo pos­sia­mo fare, per esem­pio, offren­do pro­prio quel ser­vi­zio di “Faci­li­ta­zio­ne digitale”.

È que­sta la biblio­te­ca che vor­rei e un gior­no spe­ro con tut­to il cuo­re di riu­scir­la ad ottenere.

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