Porto Azzurro poco SMART

Qual­che gior­no fa ho avu­to modo di leg­ge­re sul­la stam­pa loca­le una noti­zia che mi ha sor­pre­so. Sto par­lan­do del­l’u­sci­ta del Comu­ne di Por­to Azzur­ro dal­lo SMART, il Siste­ma Musea­le del­l’AR­ci­pe­la­go Tosca­no che pun­ta alla valo­riz­za­zio­ne del patri­mo­nio arti­sti­co e natu­ra­le del nostro ter­ri­to­rio. Quel­lo che mi chie­do quin­di è: per­ché usci­re da que­sto per­cor­so, iso­lan­do­si dal resto del­l’El­ba anche su que­sto tema? La rispo­sta non può cer­to esse­re che Por­to Azzur­ro è sprov­vi­sto di musei per­ché, anche se evi­den­te­men­te non è mai sta­ta una prio­ri­tà nel qua­le inve­sti­re, sia i turi­sti che i cit­ta­di­ni di Por­to Azzur­ro ufrui­sco­no del­lo SMART e di quel­lo che offre, dai labo­ra­to­ri didat­ti­ci alle gior­na­te dedi­ca­te, dal­le con­fe­ren­ze agli iti­ne­ra­ri e alle visi­te gui­da­te. E non può nean­che esse­re una que­stio­ne eco­no­mi­ca, per­ché a quan­to risul­ta il con­tri­bu­to annua­le che Por­to Azzur­ro avreb­be dovu­to cor­ri­spon­de­re ammon­ta­va a soli tre­mi­la euro. Pos­si­bi­le che que­sta scel­ta fac­cia capo alla ormai con­so­li­da­ta tra­di­zio­ne lon­go­ne­se di non riu­sci­re a vede­re oltre il pro­prio cor­ti­le di casa? Di tut­ta la fac­cen­da, l’u­ni­ca noti­zia che ho potu­to apprez­za­re è sta­to il cam­bio di comu­ne capo­fi­la e soprat­tut­to l’elezione di Mat­tia Guer­ri­ni a Pre­si­den­te, per­so­na che sti­mo e che saprà sicu­ra­men­te dare il giu­sto impul­so al fine di pro­muo­ve­re e far risco­pri­re non solo il ver­san­te orien­ta­le, ma l’in­te­ro ter­ri­to­rio con otti­ma visi­bi­li­tà per tutti.

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Imma­gi­ne crea­ta con AI

Andrea Sol­fo­ret­ti
Con­si­glie­re Comu­na­le, Grup­po Idea Comu­ne
@andreasolforetti

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La biblioteca che vorrei (di Andrea Solforetti)

Tut­te le vol­te che pas­so davan­ti alla biblio­te­ca di Por­to Azzur­ro e vedo quel­la por­ta chiu­sa ormai da tem­po, non pos­so fare a meno di pen­sa­re a quan­to tem­po, nel­l’a­do­le­scen­za, ho avu­to la for­tu­na di poter­ci tra­scor­re­re per pren­de­re un libro, stu­dia­re o fare le famo­se “ricer­che per casa”. Pri­ma al pia­no ter­ra del palaz­zo comu­na­le, poi in fon­do alla Pia­not­ta, dopo alle scuo­le, ora all’in­gres­so del pae­se. Sono mol­ti i posti che l’han­no ospi­ta­ta, pur­trop­po con un ora­rio di aper­tu­ra sem­pre più ridot­to con il pas­sa­re degli anni.

Nel­la mozio­ne pre­sen­ta­ta ed appro­va­ta qual­che mese fa, sul­la valo­riz­za­zio­ne e ria­per­tu­ra del­la biblio­te­ca comu­na­le, più del pren­de­re atto del­la pos­si­bi­le ria­per­tu­ra su base volon­ta­ria, era impor­tan­te sot­to­li­nea­re l’ap­proc­cio col qua­le andreb­be por­ta­to avan­ti un pro­get­to simi­le, ovve­ro attra­ver­so una pro­gram­ma­zio­ne ed una gestio­ne sta­bi­le, che per­met­ta di offri­re un ven­ta­glio più ampio di ser­vi­zi. E da qui par­te la mia rifles­sio­ne: se io dices­si che al gior­no d’og­gi il ser­vi­zio di Biblio­te­ca comu­na­le offre le stes­se oppor­tu­ni­tà che offri­va 30 anni fa sarei super­fi­cia­le e abba­stan­za fuo­ri stra­da. Le biblio­te­che di oggi sono e devo­no esse­re un pun­to di rife­ri­men­to non solo cul­tu­ra­le, ma anche socia­le e una con­di­zio­ne impre­scin­di­bi­le è quel­la di garan­ti­re l’a­per­tu­ra al pub­bli­co per tut­ta la set­ti­ma­na più ore al gior­no, indi­pen­den­te­men­te da quel­li che si pre­su­me pos­sa­no esse­re gli ingres­si. Nel nostro con­te­sto, inol­tre, dob­bia­mo anche con­si­de­ra­re che non è pre­sen­te una val­vo­la di sfo­go, per esem­pio una libre­ria che sia aper­ta tut­to l’anno.

La biblio­te­ca che vor­rei è un luo­go dove poter leg­ge­re il quo­ti­dia­no del gior­no, stu­dia­re per un esa­me uni­ver­si­ta­rio, pre­sen­ta­re un libro, orga­niz­za­re labo­ra­to­ri per bam­bi­ni e ragaz­zi o svol­ge­re varie atti­vi­tà con le scuo­le. Ma soprat­tut­to dovrà esse­re un cen­tro di ser­vi­zi rivol­to ai cit­ta­di­ni, dove pro­muo­ve­re e sup­por­ta­re l’ap­pren­di­men­to del­le com­pe­ten­ze digi­ta­li. Abbia­mo il dove­re di non esclu­de­re chi non rie­sce a sta­re al pas­so dei ser­vi­zi onli­ne e del­le iden­ti­tà digi­ta­li, e lo pos­sia­mo fare, per esem­pio, offren­do pro­prio quel ser­vi­zio di “Faci­li­ta­zio­ne digitale”.

È que­sta la biblio­te­ca che vor­rei e un gior­no spe­ro con tut­to il cuo­re di riu­scir­la ad ottenere.

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